Se non si trattasse di Alice Cooper, uno dei
più trasgressivi personaggi del rock in assoluto, diremmo
“scherzi da prete”. Welcome 2 my Nightmare,
il suo nuovo disco , seguito del famosissimo Welcome To
My Nightmare del 1975, era annunciato per l’estate
2012. E invece, a sorpresa, è stato rilasciato il 20
settembre scorso, alla vigilia della partenza di un tour, già
da tempo programmato. Solo che in questo caso, è l’uscita
del disco a supportare il tour, e non il contrario. Segno dei
tempi che cambiano. Lui, invece, non cambia mai.
Nato Vincent Damon Furnier, a Detroit, inizia
a suonare negli anni ’60 con la band Spiders, che presto
cambia il nome in Alice Cooper. Una leggenda metropolitana vuole
che il nome, inizialmente indicativo dell’intera band,
fosse preso da una presunta strega bruciata a Salem nel diciassettesimo
secolo. Ma, a quanto pare, lo stesso Furnier avrebbe in seguito
dichiarato di aver scelto il monicker solo perché suonava
bene, e gli faceva pensare “a una bella ragazza in minigonna
che nasconde un' accetta dietro la schiena”. Il grande
successo però, il nostro lo deve a Frank Zappa,
uno dei suoi idoli d’infanzia. Furnier fece una buona
impressione al geniale chitarrista italo-americano e al suo
manager Shep Gordon, che nel 1969 pubblicano il primo album
della band per la loro etichetta, la Straight Records. Si tratta
di Pretties For You, dove la fanno da padrone influenze
rock e blues. Immediatamente la band si distingue anche per
le tematiche trattate. Dall’immagine simile a quella di
un gruppo glam, non si limitano però, come molti loro
colleghi, a parlare di amore e sesso ma bazzicano attorno ad
argomenti come la morte, la tortura, la necrofilia, sebbene
con toni spettacolari e scherzosi, che contribuiscono al successo
del progetto, grazie anche ai diverbi e alle accuse –
tutta pubblicità! – provenienti dalle molte associazioni
puritane e ‘bacchettone’ degli Stati Uniti d'America.
Negli anni settanta, dopo il secondo album Easy Action
(1970), di successo modesto, la band si trasferisce da Los Angeles
a Detroit, dove firma un nuovo contratto con la Warner Bros
e incontra il produttore Bob Ezrin. Insieme
a lui viene realizzato Love It to Death (1971), disco
d'oro grazie al singolo spacca-classifiche I’m Eighteen.
Con il tour del 1971, che precede l'album Killer, il
gruppo acquisisce il marchio di fabbrica smaccatamente teatrale,
grandguignolesco e kitsch che lo distinguerà nel corso
degli anni a venire, con largo uso di ghigliottine, forche,
serpenti, mascheroni e sangue finto. Nel 1972 l’affermazione
definitiva con School's Out, trainato dalla canzone
omonima, inno liberatorio degli studenti americani nell'ultimo
giorno di lezione. La formazione resta invariata fino al 1973,
anno di pubblicazione di Muscle of Love che segna una
scissione nell'organico. Il leader modifica legalmente il proprio
nome in “Alice Cooper” trasformando l’ex band
in un progetto solista a tutti gli effetti. Il primo album così
concepito vanta la partecipazione della band di Lou
Reed, grazie all’intercessione del comune amico
Ezrin, ed è qui che il sound si fa più ruvido
grazie alle chitarre corrosive di Dick Wagner e Steve Hunter,
sempre più protese verso l’hard rock. Il 1975 è
l’anno di Welcome to My Nightmare, lugubre per
sonorità e contenuti e considerato il punto più
alto della carriera artistica di Mr. Furnier.
Seguono cambi di formazione (da ora Cooper si rivolgerà
sempre a dei turnisti, ogni volta diversi), altri successi (Alice
Cooper Goes to Hell e From the Inside) ma anche molti problemi
con l’alcool che costringono il cantante a sottoporsi
a una dura disintossicazione. Gli anni ’80 portano nuovi
stili e mode musicali. Alice tenta di adattarsi ma non sempre
ci riesce. Nel 1987, dopo un periodo di totale latitanza, Cooper
riappare sulle scene, ma in veste di attore, come interprete
del cult horror Il signore del male, di John Carpenter.
Non era un’esperienza nuova: pochi lo sanno, ma già
nel 1984 Cooper era stato tra i protagonisti di un film dell’orrore,
il pessimo – ma proprio per questo molto ricercato –
Monster Dog, realizzato dall’italiano Claudio
Fragasso sotto lo pseudonimo di Clyde Anderson.
Comunque, dopo la parentesi extra-musicale, le cose ricominciano
a girare per il verso giusto: assoldati un gruppo di musicisti
tanto valenti quanto appariscenti - si ricordano in particolare
il chitarrista/culturista Kane Roberts e il
bassista Kip Winger, con cui comincierà
a scrivere i brani del nuovo album, il nostro mostra segni di
ripresa con Constrictor e Raise your fist and Yell,
ma soprattutto con Trash (1989), prodotto da Desmond
Child, il cui singolo trainante Poison scala prepotentemente
le classifiche. Negli anni ’90 la produzione di Cooper
si limita a due album, Hey Stoopid del ’91, famoso
soprattutto per la collaborazione di grossi nomi del rock e
dell'heavy metal come Ozzy Osbourne, Steve Vai, Joe Satriani,
Slash, Nikki Sixx, Mick Mars), e The Last Temptation
del 1994.
Brutal Planet, del 2000, è accolto calorosamente
da critica e pubblico come un ritorno graditissimo, soprattutto
per il radicale cambio di rotta che vede il cantante avvicinarsi
a sonorità new e industrial metal, generi molto in voga
in quel periodo. Non è da meno il successivo Dragontown,
del 2001. The Eyes of Alice Cooper (2003) presenta
invece sonorità più fresche e orecchiabili. Nel
2005 è la volta di Dirty Diamonds, aggressivo
nel sound ma vicino nello spirito al rock classico dei Rolling
Stones, mentre Along Came A Spider, del 2008, risulta
una specie di summa di tutti gli stili affrontati da Cooper
nel corso della sua lunga carriera.
E ora Alice Cooper sarà all’Atlantico
con il suo Theatre Of Horror Show mercoledì 12 ottobre....
(scheda a cura di Andrea Guglielmino)